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Modelli di Business & Metodi di Gestione 
x Imprese innovative e competitive
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Global sourcing

·         Global sourcing

·         Delocalizzazione vs ri-collocazione

·         PMI e ri-collocazione mediante aggregazione di imprese

·         Approfondimenti

 

 

Global sourcing

Global sourcing è la pratica di procurarsi prodotti (materiali e/o immateriali) nel mercato globale indipendentemente dai confini geopolitici. L’obiettivo è sfruttare le efficienze a livello mondiale nella fornitura di un prodotto/servizio. Si tratta di coordinare il business (acquisti, produzione, vendite, ecc.) a livello globale in modo da ottimizzare le possibili sinergie. I vantaggi possono essere relativi a vari fattori economici come manodopera qualificata a basso costo, materie prime a basso costo, sgravi fiscali, finanziamenti agevolati, ecc. 

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Delocalizzazione vs ri-collocazione

La delocalizzazione è il trasferimento di attività produttive o degli approvvigionamenti nei paesi ove il costo del lavoro è meno oneroso. Tale dislocazione ubicativa può avvenire con filiali commerciali (es.: centrali d’acquisto e controllo qualità prodotti), cioè outsourcing della produzione, o con nuove imprese locali (stabilimenti produttivi), cioè investimenti diretti (IDE) che fanno parte del gruppo industriale.
Si tratta di un obiettivo limitato al conseguimento di economie produttive.

Ma non sempre è così, in altri casi gli obiettivi di un decentramento produttivo possono essere molteplici sia operativi che strategici. /1/
Esempi sono quelle imprese competitive che considerano l’Unione Europea (EU) come un mercato domestico e che vogliono crescere nel mercato globale. In questa logica si passa da una delocalizzazione tattica centrata sulla ricerca del contenimento dei costi, ad una strategica a supporto dell'internazionalizzazione del business.

Oggi non basta più esportare, ma spesso si deve essere vicini all'utente finale. Non bisogna temere i paesi in via di sviluppo: si tratta di mercati essenziali che dobbiamo aiutare a crescere per evitare di lasciarli ad altri concorrenti. Le Imprese dovono sapersi inserire in una nuova visione internazionale del lavoro, dove le cosiddette 'delocalizzazioni' non saranno che 'ri-collocazioni' (ri-localizzazioni) di imprese, per le quali l'Europa è un mercato domestico. 

 

Con la fine della seconda guerra mondiale e l'apertura dei mercati occidentali (globalizzazione limitata all'occidente) gli USA hanno trasferito le lavorazione a media e bassa tecnologia (elettrodomestici, treni, macchine utensili, ecc.) in Europa e Giappone, dove il costo della manodopera era inferiore. Loro si sono concentrati nell'aerospazio e nei settori HighTech.

In pratica, lo sviluppo economico che abbiamo avuto in Europa dal 1950 al 1990 è avvenuto anche grazie al fatto che gli americani stavano delocalizzando nei paesi a basso costo del lavoro, oltre alla bravura dei ns imprenditori che sapevano realizzare.

 

Negli anni '90, dopo la caduta del comunismo e l'apertura dei mercati orientali (estensione della globalizzazione occidentale), le produzioni si sono trasferite nell'Europa orientale: quelle labour intensive (abbigliamento, elettrodomestici, ecc.) in Romania, Bulgaria, ecc.; quelle a media tecnologia (auto, macchine utensili, ecc.) in Polonia e Cecoslovacchia dove le competenze erano ad un buon livello.

 

Con la globalizzazione (a livello mondiale) del nuovo millennio si è avuto un trasferimento di produzioni in Asia. Non sempre la qualità delle produzioni è stata su livelli decenti e molte lavorazioni (es.: componenti, macchine utensili, ecc.) all'inizio di questo decennio sono rientrate in Europa.

(Fonte: O. Pallme, PMI 4.0 = Innovazione + Internazionalizzazione, SMAU Milano, Ott. 2017)

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PMI e ri-collocazione mediante aggregazione di imprese

Nel caso di PMI per implementare strategie di ri-collocazione è spesso utile l'aggregazione di più imprese /2/ per fare sistema e raggiungere sinergie non solo economiche; ad esempio: maggiori probabilità di essere ascoltati e ricevere collaborazione delle autorità locali, possibilità di esportare un modello produttivo originale molto più vivibile di quello delle multinazionali, ecc.

L’aggregazione di imprese è un'alleanza tra imprese diverse al fine di cooperare e raggiungere, nelle diverse aree aziendali, la dimensione minima necessaria affinché il “business” diventi conveniente e remunerativo.  
Non si tratta di fondere più imprese in una più grande o di formare un gruppo di imprese con una capogruppo (Holding), ma solo di costituire una nuova entità più ampia (meta-impresa), che può avere o meno personalità giuridica, per pianificare e coordinare le attività/aree di interesse comune. 
Tutto ciò non comporta la perdita dell'individualità e dell'autonomia del singolo imprenditore, che continua a gestire la propria piccola impresa. Solo le linee guida strategiche relative ad alcune aree di interesse comune (a seconda dei casi: approvvigionamenti, produzione, mercato, ICT, ecc.) sono concordate e condivise con gli altri imprenditori partecipanti all'aggregazione (vedere meta-impresa). 

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Approfondimenti

1.     Modello d'impresa e distretti
Evoluzione del modello d’impresa: distretti e PMI, strategia innovativa e delocalizzazione, competenze e mansioni, servizi avanzati per le imprese

2.     PMI e Innovazione: linee di sviluppo e competenze
Scenario italiano e fattori critici di successo, innovazione a 360°, aggregazioni di imprese, passaggio generazionale e innovazione, professionisti a supporto delle PMI per facilitare l'introduzione di innovazione

 

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