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Modelli di Business & Metodi di Gestione 
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Scenari di Innovazione

·         Innovazione e processo di sviluppo 

·         Scenario europeo

·         Scenario italiano

 

 

 

Innovazione e processo di sviluppo

L’innovazione è una discontinuità nella conoscenza (knowledge) e nel saper fare (know-how), che genera nuovi prodotti e/o un sensibile aumento di produttività: a parità di risorse si fanno più cose (sviluppo), o si fanno le stesse con meno risorse (sostenibilità). Le innovazioni non devono necessariamente consistere in una discontinuità per il mercato in cui opera l'impresa; è infatti sufficiente che siano discontinuità per l'impresa che li introduce.

L'innovazione si genera in seguito a complesse interazioni a lungo termine tra molti soggetti operanti nell'ambito di un sistema di innovazione.

Si tratta di un processo complesso che sviluppa in diversi modi, non è mai lineare ma a catena: da ogni nodo del ns. sistema scaturiscono input e feedback.

Come conseguenza non bastano dei semplici ricercatori in un laboratorio, sono necessari dei professionisti (ricercatori, progettisti, impiantisti, commerciali, ecc.) “pro-attivi” capaci di percepire, interpretare  e metabolizzare tutti i segnali, anche i più deboli.
Inoltre, è necessario anche il supporto di un efficace sistema ICT in grado di condividere le informazioni e trasformarle in conoscenza.

Fondamentale è la capacità di riutilizzare elementi di conoscenza già esistenti sia all’interno dell’impresa (microsistema) sia all’esterno (macrosistema). Non basta essere bravi costruttori di macchine utensili, è necessario saper individuare pezzi di conoscenza, presenti in altri nodi del sistema, saperli riutilizzare e trovare nuove applicazioni innovative (es.: strategia 3M circa nuovi prodotti, tecnologia aeronautica per prima Vespa).

In ogni caso, non è da sottovalutare l'importanza del Marketing per prevedere in anticipo l’evoluzione dei bisogni (visione del mercato) e della Ricerca & Sviluppo (R&S) per l’individuazione di nuove soluzioni utili a soddisfare i bisogni emergenti.

 

Scenario Europeo

L'intensità di R&S dei vari paesi e regioni dell'Unione Europea (UE / EU) è molto diversa: l'intensità degli investimenti in termini di percentuale di PIL è più bassa negli Stati Membri meridionali (es.: l’Italia) rispetto a quella degli Stati Membri centro-settentrionali (es.: Finlandia, Svezia, ecc.).

Nel recente passato, la Finlandia è riuscita a conseguire un mix bilanciato in termini di crescita della produttività (+2,8 per cento l’anno) e dell’occupazione (+1 per cento), grazie ad un "business environment" molto competitivo, uno Stato sociale solido ed un sistema di istruzione capace di produrre lavoratori qualificati ed in grado di cambiare lavoro se necessario.

Anche le divergenze tra le regioni all'interno dei singoli paesi non sono trascurabili: sono, pertanto, necessarie politiche differenziate ma coordinate tra loro per raggiungere entro il 2020 l'obiettivo minimo del 3% del PIL al fine di creare 3,7 milioni di posti di lavoro.

Il Consiglio europeo di Barcellona (Marzo 2002) aveva invitato il settore privato europeo ad incrementare il livello di finanziamento per passare dal 56% del 2000 a due terzi degli investimenti complessivi di R&S, percentuale che era già stata raggiunta negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei.

I finanziamenti sono destinati a ricerche nei settori energia, sicurezza dell'approvvigionamento alimentare, cambiamenti climatici, invecchiamento della popolazione. Il nostro standard di vita futuro dipende dalla nostra capacità di stimolare l'innovazione di prodotti, servizi, processi e modelli aziendali e sociali.

L'UE sta lavorando alla realizzazione, entro il 2014, di un unico Spazio europeo della ricerca, nel quale i ricercatori potranno lavorare in qualsiasi paese dell'UE e beneficiare di un'accresciuta cooperazione internazionale.

Orizzonte 2020 è il nuovo programma dell'UE per finanziare la ricerca e l'innovazione nel periodo 2014-2020. Finanziamenti complessivi pari a circa 80,2 miliardi di euro per l'intero periodo saranno messi a disposizione di istituti di ricerca, università, imprese private e piccole imprese innovative.

 

Scenario Italiano

All'inizio del 21° secolo, in Italia gli investimenti nella ricerca sono inferiori alla media europea (1,11% contro il 2% circa dell’UE). Il Mezzogiorno è il fanalino di coda nella ricerca in Italia: nel Sud d’Italia si svolge circa l’8% dell’attività di ricerca totale, contro il quasi 76% del Nord ed il restante del Centro. E’ interessante notare come i privati investono in R&S più del pubblico solo in 3 regioni (Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta), le uniche ad essere, almeno su uno dei due parametri (mix pubblico-privato), in linea con l’obiettivo dell’UE per il 2010.

Le grandi imprese (dipendenti > 249), che rappresentano in numero solo lo 0,1% delle aziende italiane, contribuiscono per 83% agli investimenti totali privati in R&S.

In Italia (2000) il mix della spesa per innovazione è all’incirca: 66% spesa per macchinari a contenuto innovativo, acquisizione di know-how dall’esterno, formazione e solo 34% spesa per ricerca e sviluppo (R&S) formalizzata. In pratica, acquistiamo prevalentemente innovazione sviluppata da altri !

Nei paesi del centro-nord Europa (Germania, Francia, Olanda, Svezia, Finlandia) il mix è diverso e si riscontra una prevalenza della spesa in R&S.

 

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