Il caso del giorno
 

Vivimilano.it
Corriere della Sera



Il metrò per Linate e le linee che mancano 

 

 

 

 

Caro Schiavi, 

Ho letto il caso del 4 maggio: «Quel metrò per Linate» e concordo con lei che Milano deve recuperare il tempo e gli investimenti perduti nel corso degli anni, sia partendo dalle cose più semplici e realizzabili con poco, sia superando la visione Milano-centrica nella pianificazione degli investimenti nel sistema dei trasporti e della mobilità. 

A tal proposito desidero evidenziare che, oltre al collegamento del centro di Milano con l’aeroporto di Linate, la metropolitana milanese manca di linee circolari necessarie per permettere agli utenti di spostarsi da un punto all’altro della periferia esterna e/o della cerchia intermedia senza passare per il centro e, quindi, intasare le linee trasversali (rossa, verde, gialla, eccetera). In particolare, mancano almeno due linee circolari: 

  1. una «linea circolare esterna» che permetta 

    • agli abitanti di Monza e Brianza di raggiungere ad Ovest il Polo Fieristico di Rho-Pero (passando per Paderno, Bollate) e ad Est l’aeroporto di Linate (oltre alle aree di Agrate, Brugherio, Cernusco, Segrate); 

    • agli abitanti di Rozzano ed Assago (esempio: Milano Fiori) di raggiungere ad Ovest il Polo Fieristico di Rho-Pero (passando per Corsico, Buccinasco) e ad Est l’aeroporto di Linate (oltre alle aree di Opera, Peschiera Borromeo); 

  2. una «linea circolare intermedia» che passi per Bovisa, Certosa/ Musocco, Lotto, Genova/Navigli, piazzale Lodi, viale Molise, viale Abruzzi, stazione Centrale, Greco. 

Della mancanza di linee circolari avevo parlato con l’ingegner Roberto Massetti, direttore generale Atm, il quale spiegò che le decisioni circa il percorso delle nuove linee non era di competenza di Atm ma del Comune. 

Servirebbe inoltre una linea diretta Linate-Milano-Malpensa con una frequenza treni di 15 e non di 30 minuti; una linea diretta Milano-Orio al Serio. Questi collegamenti ferroviari tra i tre aeroporti e tra questi e Milano decongestionerebbero il traffico automobilistico su strade ed autostrade. 

Spero che uno scambio di opinioni sul Corriere tra i cittadini e gli enti preposti alla pianificazione e gestione della mobilità nella Grande Milano (concetto simile alla Greater London) possa contribuire positivamente allo sviluppo di una rete «integrata» e «razionale» di trasporti e, quindi, al miglioramento della vita. 

Oscar Pallme
*

 

Dal metrò per Linate ai collegamenti che mancano: tanti lettori offrono proposte, sollecitano risposte e tentano di spiegare perché c’è un’interruzione di binari tra Milano e il suo aeroporto cittadino. 

«Sono un malpensante - scrive Giovanni Maio - ma credo di individuare tra le numerose cause della mancata soluzione la necessità di non intaccare la rendita di posizione che i tassisti di Milano ricavano dall'assenza di alternative. Se avessimo voluto dare una soluzione da Paese moderno al problema, ci sarebbe bastato prolungare semplicemente i binari del tram dal viale Corsica lungo il viale Forlanini...». Chiediamolo agli amministratori comunali, a chi ha guidato l’Atm, la Mm o la Sea in passato: c’è qualcuno disposto a raccontare com’è veramente andata? Era impossibile pensare a un bel jumbo-tram? Io però credo che la storia delle fermate del metrò sia stata influenzata anche dalla lobby dei politici e del loro bacino elettorale. Comunque, dall’inaugurazione della linea 3, sono passati 17 anni: siamo sempre in attesa. 

Quanto al programma esposto dal signor Pallme, un’aggiunta: c’è il Passante ferroviario, una calamita per tangenti completato con vent’anni di ritardo, che nessuno prende... Per vedere una rete integrata di trasporti come quella che propone, ahimè, penso che sarebbe più semplice trasferirci a Madrid. Ma sono pronto a ricredermi.

Giangiacomo Schiavi 
09 maggio 2007
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Il metrò dimezzato

Ho letto «Il Caso» sulla rete circolare dei metrò, che mi trova in totale sintonia. Milano soffre da oltre 20 anni di inerzia totale, dovuto al disinteresse e all'inefficienza mostruosa sul tema trasporti delle amministrazioni succedutesi dopo la realizzazione delle tre linee attuali. 

A proposito di investimenti sulla rete, noto che negli ultimi tempi si indica sempre il metrò 5 limitato a Bettola di Monza, mentre in principio era stata mostrata una piantina sull'attraversamento in sotterranea dell'intera città di Monza, dove risiedo da oltre 40 anni.

Ho visitato recentemente Berlino: 7-8 anni per la ricostruzione dell'intera città, 10 linee di metrò urbani in sotterranea, 15 linee urbane e suburbane, che coprono un raggio di 40 chilometri nei dintorni. Traffico in superficie: un terzo di quello di Milano, con popolazione doppia! Questa è una vera metropoli europea.

Cesare Parigi
11 maggio 2007

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«Quando il metrò era considerato di destra» 

L'assessore alla Mobilità Edoardo Croci e i nuovi collegamenti: 
«La nuova amministrazione ha impresso una decisa svolta» 

Caro Schiavi, 

ho seguito con interesse il dibattito sullo sviluppo della rete metropolitana e il collegamento con Linate. Ribadisco che questa amministrazione comunale attribuisce un rilievo prioritario allo sviluppo della rete metropolitana milanese, per favorire il trasporto pubblico e migliorare l'ambiente riducendo congestione e inquinamento. 

È vero, dobbiamo recuperare del tempo. All'apertura della linea 3 ha fatto seguito, negli anni 90, un periodo di relativa stasi degli investimenti in metropolitane. In parte effetto di Tangentopoli, in parte frutto di scelte politiche miopi che hanno privilegiato il trasporto di superficie (che qualcuno contrapponeva alla metropolitana bollata come «di destra »), i progetti per le nuove linee sono stati riposti nel cassetto. Il sindaco Albertini ha provato a rilanciarli e, in tempo di «vacche magre» per la finanza locale, ha chiesto risorse al governo centrale—senza successo. Intanto le altre città si muovevano. A Madrid negli ultimi 4 anni la rete metropolitana si è estesa per una lunghezza pari a quella esistente a Milano e i cantieri non si fermano mai. Roma sta investendo 7 miliardi di euro per le nuove linee (in verità grazie soprattutto a generosi contributi statali). 

La nuova amministrazione ha impresso una decisa svolta. Quest'estate apriranno i cantieri della linea 5 (da Garibaldi a Bignami). Seguiranno quelli della linea 4 (Lorenteggio - Linate). È già in progettazione l'estensione ad Ovest della linea 5 verso San Siro e i nuovi quartieri (Garibaldi- Repubblica, City Life alla ex Fiera) saranno già serviti dalla metropolitana. Il Comune di Milano ha sempre visto con favore il prolungamento delle linee anche al di fuori dei confini della città (sono già in fase di realizzazione i collegamenti con Assago e Monza); qualche volta sono state le visioni localistiche altrui che hanno fatto da freno. 

La sfida per l'Expo 2015 rappresenta un grande volano per accelerare la progettazione e la realizzazione delle opere, in modo da presentare una città più bella, efficiente e vivibile. Il collegamento dell'aeroporto di Linate con Malpensa e con il polo fieristico di Rho-Pero mediante un sistema integrato metropolitana- ferrovia costituisce una delle priorità, a servizio sia dei turisti, che della business community. La maggior parte delle risorse viene dal Comune e dai privati, ma il sindaco Moratti ha ottenuto anche una quota di finanziamento statale, incontrando la disponibilità del ministro Di Pietro. 

Edoardo Croci - assessore alla Mobilità, Trasporti e Ambiente 

 

Gentile assessore, 

prendo per buona la volontà di darci dentro con la rete metropolitana e anche il coinvolgimento del ministro Di Pietro che pare abbia preso a cuore il prolungamento della linea 3 fino a Linate: resto dell’idea che una soluzione a basso costo e con il minimo impatto ambientale è la più conveniente per tutti. 

La ringrazio per aver confermato che sul metrò ha pesato una certa visione ideologica («è di destra»), anche se un certo impulso l'hanno dato le giunte di sinistra. Quel che fa male a Milano e a noi tutti è arrivare in ritardo su traguardi facilmente raggiungibili. 

Il collegamento Linate-Stazione Centrale-Malpensa-Fiera, più che una necessità, ci sembra un dovere per chi governa Milano. Sui motivi dell’isolamento dello scalo cittadino un lettore ha attribuito responsabilità ai tassisti. Gli risponde uno di loro: «Non attribuiteci responsabilità totalmente inventate. Se Linate non ha un metrò non c'entrano i tassisti, ma le lobby politiche che hanno governato Milano». È la miopia di cui parla l’assessore Croci. 

Giangiacomo Schiavi 
16 maggio 2007

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Il metrò per Linate, dimenticato per miopia 

Recuperare il tempo e i miliardi perduti, che negli anni Ottanta hanno gonfiato le tasche di qualcuno, è un'impresa disperata 

Il racconto apparso sul «Corriere» del primo aprile mi ha fatto ricordare i progetti delle nuove linee metropolitane pubblicate recentemente sul vostro giornale. Il sindaco vuole più linee, su questo non ci piove, ma creare una linea 4 per raggiungere Linate è quantomeno demenziale quando basta prolungare la linea gialla, o il famigerato Passante ferroviario. Ha ragione la nostra concittadina che le ha scritto, a pensare a Parigi, Londra, Madrid e a doversi intristire perché Milano non ha il suo aeroporto collegato con la metropolitana. Purtroppo lei non ha considerato che fare le cose semplici non è accetto in questa città. Si preferisce complicarle. Chi ci governa dovrebbe avere un po' di buon senso, invece la nostra concittadina continuerà suo malgrado ad impiegare un’ora da Linate a casa e a pensare con tristezza alle altre città europee meglio organizzate. 

Aldo Ricci 

 

Caro Ricci, 
la risposta alla sua domanda è un tuffo a pesce in un precipizio: ma sì, facciamoci del male. Abbiamo accumulato tanti ritardi nei collegamenti con le metropolitane da sciupare il vantaggio preso negli anni Sessanta, quando con la linea 1 inseguivamo Londra e Parigi e non c’erano ancora Madrid e Barcellona a farci ombra. 

Recuperare il tempo e i miliardi perduti, che negli anni Ottanta hanno gonfiato le tasche di qualcuno sotto forma di tangenti, è un’impresa disperata: perché oggi Londra ha 408 chilometri di metropolitane, Madrid 179 e noi, in tutta Italia, ne abbiamo 168, di cui i due terzi sono milanesi. 

Le lungaggini burocratiche, i giochi d’interesse, i condizionamenti dei partiti, le miopie politiche e le inchieste giudiziarie (le metropolitane di Tangentopoli costavano 25 milioni di euro in più al chilometro) hanno rallentato i cantieri, ma risulta evidente a tutti che lasciare l’aeroporto di Linate senza collegamenti con la linea metropolitana è più che un’assurdità: è una follia. Al guaio consapevole di chi ha pensato di evitare una bretella sotterranea dalla stazione di Lambrate, poteva esser posto rimedio con il collegamento dello scalo con la linea 3 Rogoredo- San Donato, prolungata fino a Paullo. La rigida divisione dei confini comunali e l’interpretazione milanocentrica del sistema di trasporti, che fa capo più all’Atm che all’assessorato al Traffico, ha impedito questo. Con il risultato che Milano è sempre più ingolfata, che i cittadini che usano l’auto hanno poche alternative e che i costi urbani della viabilità sono sempre più pesanti. 

Noi abbiamo scommesso, è abbastanza chiaro, su bus, tram, metrotranvie e ferrovie. Puntando sul cavallo sbagliato di un localismo che alla lunga non paga. Ignorando la visione metropolitana, e più ancora quella della città- stato che fa capo a Milano. La strategia dell’ultima giunta purtroppo non è cambiata. Ben vengano la linea 4 Lorenteggio-Linate, la 5 da Cinisello a Garibaldi e la 6 da Garibaldi a San Siro. Ben vengano anche i tunnel sotterranei per le auto, (ma quanti saranno i milioni di euro di spesa?). Nessuno però guarda fuori dall’orticello di casa. Linate è hinterland, brughiera, terra lontana per la giunta ambrosiana. 

Eppure Milano, economicamente, vale oltre il 10 per cento del prodotto interno lordo e con la provincia rappresenta il 14 per cento dell'export nazionale, quanto quello di una regione come il Veneto. Quel che manca (ed è sicuramente mancato in passato) è una visione d’insieme e quel sano buon senso da lei auspicato. All’assessore ai Trasporti chiediamo: non si può cominciare dalle cose più semplici, fattibili, realizzabili con poco? Ad esempio, il metrò per Linate... 

Giangiacomo Schiavi 
04 maggio 2007
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Collegamento Linate-Centrocittà; non nascondiamo le vere responsabilità 
(estratto da ACAIinforma 3/07)

Secondo molti osservatori Milano dovrebbe migliorare la rete di trasporto urbano superando una visione milanocentrica nella pianificazione degli interventi. Il tema, recentemente riproposto dal sig. Oscar Pallme sulle pagine del Corriere della Sera il 9 maggio scorso (nell’ambito della rubrica “dalla parte del cittadino”), è sicuramente molto interessante, e si inserisce positivamente nel dibattito rivolto a produrre una profonda e positiva revisione del sistema di trasporto pubblico milanese. Come si è potuto constatare però l’attenzione è stata catturata non dalla mancanza di linee circolari capaci per esempio di collegare i cittadini di Monza e Brianza, per i quali è prossima la nascita della nuova provincia, con l’area a ovest di Milano dove sorge il Polo Fieristico Rho-Pero, ma dalla mancanza di un collegamento metropolitano del centro con l’aeroporto di Milano. 

Questo perchè in merito alla questione specifica è facile individuare un capo espiatorio che prescinde dalle responsabilità politiche di chi ha governato l’area metropolitana fino ad oggi e cioè la lobbie dei tassisti di Milano. Si asserisce infatti, da parte di alcuni, che tale mancata soluzione è dovuta alla necessità di non intaccare la rendita di posizione che i tassisti ricavano dall’assenza di alternative. 

Ebbene consentiteci di affermare che nulla è più falso. In primo luogo perchè ancora non è chiaro cosa si intenda per lobbie, certo la nostra categoria si è attrezzata sindacalmente e la storia democratica del paese ha consentito di far sorgere anche nel settore del trasporto pubblico una serie di sigle che lavorano per difendere gli interessi legittimi degli operatori economici che in essa lavorano, ma ciò è vero per questo come per altri settori della vita sociale ed economica italiana. In secondo luogo perchè i poteri locali quando hanno ritenuto di intervenire anche a prescindere dagli interessi della cosiddetta lobbie dei tassisti milanesi lo hanno fatto; basti pensare al collegamento della linea metropolitana tra il polo Rho-Pero e il centro di Milano, o alla navetta di collegamento con l’aeroporto Malpensa. 

Aggiungerei che al di la di quanto si pensi, la nostra utenza non è particolarmente sensibile alla realizzazione del collegamento Linate-Centro cittadino. Il professionista o lo straniero che arriva a Milano per affari non è portato ad utilizzare la rete di trasporto collettivo, preferisce utilizzare il taxi per una serie di motivi, a volte legati a ragioni di immagine per l’interessato. Le stazione Centrale e e la stazione Cadorna o il Polo fi eristico ricordato, non presentano carenze in questo senso (le stazioni per esempio sono servite entrambe da due linee di metropolitana) eppure i nostri clienti chiamano la corsa anche per spostamenti molto brevi e in orari non certo congestionati per gli stessi mezzi di trasporto collettivo. La famosa lobbie dei tassisti non è che una leggenda metropolitana ed è sbagliato attribuire ad una invenzione responsabilità importanti per quanto riguarda il sistema delle mobilità dell’area milanese. 

E’ vero invece che la grande Milano avrebbe bisogno di linee circolari interrate ma di questa carenza sarebbe giusto chiedere conto al quadro politico che ha governato gli enti locali fi no ad oggi, non alla categoria dei tassisti. ecuperar

Claudio Severgnini
Presidente Acai-Tam
(www.acaimilano.it)
Milano, 9 maggio 2007
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