Pallme Family

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Innovations in the Pisa Factory after the Richard's take-over
The herebelow text is from a paper issued by Richard-Ginori in ?

 

 

Sebastiano Palme ed i suoi soci oggi diflicilmente ravviserebbero nel nostro operosissimo stabilimento la manifattura da loro allogata nel 1841 nel vetusto convento di S. Michele fuor delle Mura, lungo l'Arno. Notevoli furono le opere di trasformazione compiute dalla nostra Società dall' epoca dell' acquisto, avvenuto nel dicembre 1887, al 1903, ma assai maggiori furono quelle che il grande smercio della produzione imposero durante questo ventennio : l 'antico convento è solo rivelato da graziosi capitelli e da poche impostazioni di porte incorniciate da grigia pietra, sculta in un sobrio e severo stile della Rinascenza Toscana : le arcate del chiostro furono chiuse, i muri divisori delle celle abbattuti, i fioriti cortili coperti e trasformati in laboratori, in ben capaci magazzini. Per dare un 'idea dell'importanza degli ingrandimenti operati, ed invano ostacolati da un insidioso incendio, si pensi che il salone per lavatura e preparazione della pasta ceramica, contiene undici vasconi per la composizione, quattro altri per le argille, e nove filtri.

Lo stabilimento di S. Michele accrebbe anche la sua importanza colla definitiva chiusura dell'altro nostro stabilimento pisano, situato a S. Marta e a noi pervenuto assieme a quello di S. Michele. Sino al 1910 a S Marta si lavavano e lavoravano le terre e le argille, che ridotte in pasta ceramica, subivano nelle fornaci di S. Michele la loro ultima trasformazione; si era continuato un criterio di utilizzazione dei due opifici stabilito dai Palme. Anche la Società 'Richard Ginori, come i Palme, volle sfruttare la forza idraulica di cui era dotato l'edificio di S. Marta, posto sul passaggio di un canale che metteva in moto cinque rotoni di cui due ancora proprietà dellaniale. L' aumentato consumo della terraglia rivelò inconvenienti sensibili e gravi; le acque del canale decrescevano, perchè dal fiume Sarchio che lo alimentava, si erano fatte altre derivazioni: il Sarchio poi è un fiume tanto magro che risente immediatamente gli effetti della siccità dalla quale derivava l' arresto delle macine :

In questo ventennio lo stabilimento di S. Michele venne dotato da dieci nuovi forni per biscotto, un forno a fuoco continuo per la vernice, quattro muffole continue e un forno comune.

Imponenti opere di riedificazione impose il minaccioso incendio, che improvvisamente scoppiato la sera del 23 maggio 1919 in tre ore distrusse tutto il nuovo locale di fabbricazione, e la galleria dei torni: la manifattura però, dopo una sola settimana di interruzione, riprese il proprio lavoro con personale ridotto, entro il

Nella manifattura pisana per lungo tempo si continuò la produzione della terraglia dolce, iniziata sin dalla fondazione dai Palme: le continue migliorie apportate a questo importante articolo di forte consumo, assicurarono alle stoviglie colla marca Richard Ginori, il primo posto fra quelle fabbricate in Italia, però come già avevano previsto gli Amministratori che ci han preceduto, convenne trasformare la produzione alla quale nel 1911 si volle dare un carattere, più elevato, introducendo la cottura della terraglia forte, assai simile allo Stone inglese. La terraglia forte è un genere che richiede molte cure, compensate dalla larga clientela nazionale e straniera. È necessario quindi che il vasellame sia solido, resistente ed abbia esteriormente una certa signorile proprietà; il prezzo deve però essere modico inferiore a quello della porcellana. Le numerose gare alle quali han partecipato le nostre stoviglie pisane ci confortano a perseverare nella via ora battuta. La produzione è costituita in prevalenza da servizi da tavola, da camera, e da fantasia, ma si divide in due grandi categorie: quella destinata alla clientela nostrana e quella esportata in Levante.

Tutte le terraglie fabbricate a Pisa son lavorate parte con pasta liquida (a colaggio), altre con pasta plastica al tornio o amano. L 'articolo di fantasia, come portaombrelli, colonne, vasi da fiori richiedono sovente ornamentazioni a tutto rilievo e smalti perfetti; diversi dei nostri smalti s' impongono per la loro calda ed uniforme intensità quali il turchino, il rosso, il verde, il giallo. 

Per poter raggiungere modicità di prezzo, è necessario ricorrere per la decorazione a mezzi meccanici, cosa facilitata anche dalla compattezza della terraglia biscotta. La clientela nostrana ama decorazioni che si avvicinino a quelle del- le porcellane, e a questo desiderio ottimamente soddisfa la cromolitografia, che permette di decorare piatti, scodelle e vasi di medaglioni a soggetto storico, allegorico tratti in prevalenza da dipinti di Angelica Kauffmann, oppure a fiori, a meandri, ornati. Molte stoviglie, specialmente quelle destinate alla clientela forese, son colorite ad acqua sotto vernice coll'aerografo che si presta ad ottenere buone sfumature di co lore; altre ancora vengon colorate a barbotine con pasta colorata su biscotto bianco.

La produzione delle terraglie ad uso forese presenta dal punto di vista decorativo una certa difficoltà, poichè a seconda delle provincie variano i gusti; gli elementi decorativi oltre che dalle combinazioni geometriche, vengano offerte dalla Natura; il nostro contadino è troppo amante della sua terra per non desiderarne il fiore più vivace od il frutto succoso anche sul vasellame che adorna la sua modesta casa. Per la clientela esotica, che ama disegni lineari, scritti, assai opportuna è l' incisione fatta da un rullo di rame o d' acciaio su carta che viene applicata alla parete ceramica con un procedimento assai spedito e facile. 

Nella Manifattura di S. Michele il poderoso macchinario è messo in moto da motori Diesel e da forza elettrica, che nel 1921 è stata notevolmente aumentata, per sostituire la forza idrica del laboratorio di S. Marta. Alla produzione termica per le fornaci si provvede pure coi residui dei pinoli, che sul mercato di Pisa è estremamente abbondante e ad un prezzo relativamente basso; si ricorre a questo combustibile appunto per poter diminuire il prezzo di fabbricazione. I residui dei pinoli sono forniti in gran parte dalle pinete pisane di S. Rossore e dell'Agro Romano. Per la produzione della terraglia dura siam costretti, se si vogliono ottenere buoni prodotti, ricorrere ai caolini inglesi: l'ltalia può solo fornire il quarzo che acquistiamo in Sardegna ed il feldspato che facciamo estrarre dalle montagne di Lecco.

La maestranza oggi si compone di trecentocinquanta fra operai ed operaie, oltre il personale direttivo e di amministrazione. Data la facilità dei mezzi decorativi, molta parte ha la mano d'opera femminile: nello stabilimento sono ammessi giovani allievi ed allieve già istruiti nelle arti del disegno, che si addestrano alle speciali applicazioni di decorazione industriale; i migliori si adibiscono alla pittura per l'articolo fino e per la correzione degli inevitabili difetti che si rivelano nell'applicazione del sottile foglio cromolitografico o calcografico. Gli operai, oltre alle provvidenze sociali imposte dalla legge, godono il beneficio di quattro gruppi di case operaie, fondate dai Palme e che la nostra Società ha lasciato a disposizione della propria maestranza.

La maestranza più valida e giovane dal 191 S al 191 8 lasciò le nostre officine, rispondendo ad un altissimo dovere, e dei nostri operai pisani chiamati alle armi cinque morirono alla fronte, ed otto tornarono mutilati od invalidi ; numerosi riportarono gloriose ferite.

 

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