Di questa nuova figura professionale se n'è parlato in un seminario organizzato dal Gruppo Terziario Innovativo di Assolombarda. 
Anche la cosiddetta legge Biaggi ne regolamenta il rapporto  >>>
Glossario >>>

La trasformazione dei processi aziendali, attraverso un utilizzo più "intelligente" delle tecnologie informatiche è una delle priorità dichiarate delle aziende di oggi. Ma non solo. Una corrente di pensiero che sta trovando sempre maggiori interessati aggiunge alle tematiche di ordine infrastrutturale e operativo concetti più inerenti alla struttura organizzativa delle aziende e fa della flessibilità la vera chiave di volta per rispondere a obiettivi imprescindibili quali sviluppo, innovazione, competitività.

Di questo e soprattutto di una nuova figura professionale che sta lentamente affermandosi, il temporary manager (T-Manager), se n'è parlato di recente in un seminario, organizzato dal Gruppo Terziario Innovativo di Assolombarda.

Cambiamento e sviluppo con l'ausilio del TM
...

... il problema di fondo, che tanto richiama gli ostacoli denunciati da più parti circa la difficoltà di molte aziende di adozione delle tecnologie Internet e di rinnovamento dei vecchi sistemi informativi, sta tutto in due elementi: cultura del rischio e paura del cambiamento, fattori che se duraturi portano all'immobilismo e alla possibile uscita dal mercato. La gestione del rischio e la propensione all'innovazione sono requisiti fondamentali per vincere la sfida di un mercato, quello europeo, dinamico e competitivo ai massimi livelli. 

Chi è il T-Manager
Se l'organizzazione flessibile, capace di garantire tempio di risposta rapidi, investimenti in risorse umane e tecnologie, modelli manageriali creativi, è l'obiettivo cui mirare, il temporary management (TM) è lo strumento-servizio cui fare ricorso e il T-Manager il gestore intelligente del rischio e della trasformazione dei processi aziendali.

Ma chi è questa figura, naturalmente dotata di opportune competenze ed esperienze maturate sul campo ? è un professionista che l'azienda può utilizzare solo nel periedo di tempo per il quale ne ha bisogno, una figura quindi stabilmente qualificata e attivabile mediante inserimento temporaneo cui assegnare deleghe, obiettivi e tempi progettuali predeterminati.

Una descrizione che calza a pennello per la nuova presunta generazione di consulenti che dell'information technology (IT) fanno la loro professione: gli esempi di realtà IT che hanno usufruito di T-Manager sono destinati solo a crescere nel tempo. Un'opportunità in più per i Knowledge Worker delusi dal flop della new economy ?

Il temporary management visto da dentro

Nel corso del seminario, una presentazione quanto meno concreta in fatto di "nuove figure e servizi professionali" è stata curata da Luca Pedrotti-Dell'Acqua, direttore settore Gruppi Merceologici di Assolombarda. Il tema dell'intervento riguardava gli aspetti contrattuali di un progetto di TM, inteso come servizio "che si concretizza in una prestazione di tipo professionale abbinata a un lavoro intellettuale".

1) I contratti per il T-Manager freelance
In considerazione delle normative in materia di lavoro (su tutte il decreto legislativo del 10/9/2003 n.276, attuativo della legge 30/2003, la cosiddetta legge Biagi) tale prestazione di lavoro può essere realizzata tramite due diverse modalità: rapporto subordinato e rapporto autonomo.

• Il primo attivabile sostanzialmente con un contratto a termine motivato da ragioni di carattere tecnico (necessità di qualifiche e specializzazioni diverse da quelle presenti nell'organico aziendale), produttivo e organizzativo (picchi di mercato) o sostitutivo,

• il secondo attraverso il neonato contratto di lavoro a progetto (versione evoluta del contratto co.co.co.).

2) Le Società di TM
Precise regole procedurali, infine, sono in vigore anche per le società di temporary management, strutture che vivono di una propria organizzazione di collaboratori e che appaltano o forniscono servizi di tale natura.

Nell'articolo 29 del DLGS 276/2003, in particolare, si fa riferimento al concetto del frazionamento dell'attività produttiva: se il contratto di appalto, in una prospettiva di effettiva segmentazione del ciclo produttivo dell'azienda appaltante si realizza con una propria autonomia, il rapporto è lecito. La condizione posta in essere riguarda la necessità di assicurarsi che la prestazione dell'appalto verso il committente non si configuri quale somministrazione, attività per la quale la legge impone determinati requisiti (le agenzie per il lavoro).

Gianni Rusconi